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Biotecnologia e circolarità, il beauty guarda al futuro
Hieronimus (L'Oreal),100% energia rinnovabile, si punta a refill
(di Alessandra Magliaro) Si stimano sulla Terra in 1000 miliardi le specie di batteri: ne conosciamo appena lo 0,001%, oltre 400mila le specie di piante censite e almeno 60mila quelle da conoscere, numeri parziali che testimoniano la biodiversità nascosta. Applicata anche in infinita parte questa proporzione all'impiego in ambito cosmetico appare chiaro che panorama futuro di nuovi attivi, nuove composizioni ci riserva la natura o meglio la biotecnologia applicata alla natura. Già oggi la cosmetica con i batteri è un trend in piena evoluzione e alcuni come lo Sphingobioma si sono rivelati fondamentali per riequilibrare la pelle con la rosacea o la Vitreoscilla Filiformis per contrastare la pelle a-topica. C'è una fattoria verticale, un macchinario altamente tecnologico che favorisce l'intero ciclo produttivo di una pianta, magari rara e in via di estinzione, e che è un sistema di biosfera intelligente. Da questo laboratorio BioPod, realizzato dalla start up francese Interstellar, si stanno sperimentando coltivazioni di profumato mughetto, stella alpina e centella asiatica. Da cui si estraggono altrettanti ingredienti cosmetici attivi e puri che provengono così da un ciclo incontaminato, senza pesticidi, controllato dall'Intelligenza Artificiale e a zero sprechi e dunque ad alta sostenibilità. Un altro macchinario avveniristico è Osmobloom capace di catturare l'aria di un fiore appena sbocciato, qualcosa di poetico ma anche molto concreto, e infatti dall'odore di tuberosa, giacinto, mughetto, fiori di arancia così estratti si stanno realizzando profumi, particolarmente evocativi e persistenti. Sono alcuni esempi di quello che si sta facendo all'avanguardia in ambito cosmetico partendo da foglie e batteri sfruttando l'agricoltura rigenerativa, sostenibile e altamente tecnologica per nuove pratiche di approvvigionamento. Sono scenari di un futuro già in atto e che è uno dei livelli su cui si gioca la partita della sostenibilità, unendo il potere della scienza, della natura e della tecnologia. Di questo ha parlato a Parigi nella storica casa madre di Rue Royal, l'amministratore delegato Nicolas Hieronimus in occasione del convegno L'Oreal for the future in Europe 2025. Nel 2020 il maggiore gruppo di beauty al mondo - 37 marchi con 4 divisioni dal lusso al professionale e un fatturato nei primi tre mesi del 2025 pari a 11,73 miliardi di euro - ha lanciato un piano di sostenibilià decennale che prevede in sistesi di raggiungere nel 2030 il 100% di energia rinnovabile nei suoi impianti e nei suoi magazzini, usare nelle formule e nel packaging materiali al 90% biobased, usare 100% acqua riciclata per le sue industrie (obiettivo raggiunto in Italia nello stabilimento modello di Settimo Torinese, ndr), potenziare prodotti e tecnologie a riduzione di acqua, ridurre del 50% l'uso di plastica vergine nel packaging e ridurre lo stesso 'peso' del packaging del 20% rispetto al 2019. "Alcuni degli obiettivi iniziali di L'Oréal for the Future sono ormai pienamente integrati nel nostro modo di operare. Ad esempio, progettare prodotti tenendo conto dell'ecosostenibilità - ha detto l'ad - è parte integrante della nostra routine quotidiana, tutti i nostri stabilimenti sono ora alimentati al 100% da energia sostenibile. Abbiamo aggiunto nuovi obiettivi sulla biodiversità e ne abbiamo rivisti altri a causa delle realtà tecnologiche. In genere, la percentuale di plastica riciclata nei nostri prodotti oggi è del 37%, e sappiamo però che raggiungere il 100% non è possibile entro il 2030, semplicemente perché non c'è abbastanza plastica riciclata. Per questo abbiamo deciso di estendere il nostro impegno a tutti i nostri materiali di imballaggio, riducendo però la percentuale al 50% entro il 2030", ha detto Hieronimus sottolineando il raggiungimento della tripla A dalla Cdp che certifica l'impatto ambientale. Hieronimus ha parlato di un sistema virtuoso tra il gruppo e i partner con cui si allea per gli obiettivi di sostenibilità affinchè tutta la filiera sia partecipe. Un progetto a lungo termine con investimenti relativi come l'1,3 miliardi di euro in Ricerca e Sviluppo per trovare innovazioni, trasformare formule, migliorare il packaging o il fondo di acceleratore di start up da 100 milioni di euro in cinque anni . Una delle nuove sfide per un gruppo da oltre 7 miliardi di prodotti distribuiti all'anno in più di 150 paesi riguarda il refill. Si vedranno presto sempre più prodotti da ricaricare, shampoo, profumi, fondotinta, saponi ecc, in scaffali sempre più ecosostenibili in plastica riusata o cartone rigenerato e in alcuni grandi negozi ci saranno grandi spazi per refill come scenografiche fontane di profumi di grandi marchi.
X.AbuJaber--SF-PST