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L'Urlo di Panahi, via il regime, finisca la guerra Iran-Israele
L'appello all'Onu, fermate gli attacchi
"Con piena enfasi sul preservare l'integrità territoriale dell'Iran e il diritto alla sovranità della nazione, chiedo la fine immediata della devastante guerra tra Repubblica Islamica e regime israeliano; una guerra che distrugge vite e vite dei civili da entrambe le parti e infrastrutture vitali": è l'appello su Instagram del regista dissidente iraniano Jafar Panahi che vive a Teheran e che è reduce dal trionfo a Cannes, dove ha vinto la Palma d'oro con Un Simple Accident. "Un attacco alla mia patria, l'Iran, non è assolutamente accettabile. Israele ha violato l'Iran e dovrebbe essere processato in un processo internazionale come aggressore di guerra", scrive all'inizio del post il regista perseguitato da anni dal regime iraniano. "Questa posizione, tuttavia, non implica ignorare quarant'anni di cattiva gestione, corruzione, oppressione, tirannia e incompetenza della Repubblica Islamica. Questo governo non ha né il potere, né la volontà, né la legittimità necessari per governare il Paese o gestire le crisi. Rimanere in questo regime significa la caduta continua, la continuazione della repressione e la continuazione del gregge! L'unico modo per fuggire è lo scioglimento immediato di questo sistema e avviare un governo popolare, reattivo e democratico". Per Panahi (premiato negli anni con Leone d'oro, Orso d'oro e ora Palma d'oro, condannato a non girare più né ad uscire dal suo paese fino al maggio scorso), "entrambi i regimi dovrebbero essere palesemente condannati per la loro persistenza di violenza, guerra e assoluta indifferenza alla dignità umana. Attacchi missilistici, bombardamenti di aree residenziali e uccisioni mirate di civili sono crimini. Morale, politica e sicurezza non sono scuse per questi crimini. Continuare questo ciclo di sangue e odio porterà solo maggiore instabilità nel mondo e la diffusione del disastro". Poi conclude: "Invito l'Onu e la comunità mondiale a costringere immediatamente, con decisione e senza alcuna considerazione o accordo i due regimi a fermare immediatamente gli attacchi militari e a porre fine alle uccisioni di civili. Continuare il silenzio e l'inerzia significa partecipare alla criminalità".
E.Qaddoumi--SF-PST