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Zoppas (Ice), bene fine incertezza ma dazi siano zero
Usa mercato da tenere; ora peso reale è 30% causa euro-dollaro
L'America è un mercato da conservare perché è una vetrina importante per tutto il mondo, l'accordo raggiunto è un punto fermo ma l'obiettivo è comunque di arrivare a dazi zero. Così in sintesi il presidente dell'Ice Matteo Zoppas all'ANSA durante un Forum in streaming domani 31 luglio alle ore 12 su Ansa.it e sui canali social dell'agenzia. "L'accordo fatto sui dazi sembra una pietra salda salvo che per alcune tematiche che non sono ancora chiuse" "ma ho fiducia che questa intesa sia la fine dell'incertezza. Certo, se non si arriva a siglare un accordo il rischio è che Trump possa rilanciare ma questo minerebbe anche la sua credibilità internazionale". "In ogni caso ci auguriamo tutti che non sia un accordo definitivo: dobbiamo comunque puntare allo '00', alla liberalizzazione del Commercio internazionale". Zoppas auspica un intervento sui tassi della Bce. Con l'attuale accordo al 15% infatti secondo il presidente dell'Ice "i dazi peserebbero sulle aziende italiane al 30% perché bisogna tenere conto dell'effetto dell'euro contro il dollaro. Non a caso - dice - il vicepremier Tajani ha ricordato che sarebbe opportuno muovere su altre leve (la Bce ndr) che possano aiutare a ridurne il peso". In ogni caso per Zoppas "un accordo che abbia un numero sui dazi che sia diverso dallo zero è un accordo che può fare più male che bene agli stessi Stati Uniti, perché oggi ci sono altre realtà che stanno avendo molto appeal nel mondo". "Certo se si dovesse restare al 15% è il momento di riorganizzarsi e guardare ad altri mercati anche se l'export verso gli Stati Uniti è di tutto rispetto. L'America è un mercato strategico che non va perso: è una vetrina per tutto il resto del mondo e ci siamo da decenni, anzi da centinaia di anni: perdere contratti vuol dire far entrare qualcun altro che poi si rischia di tenersi quel cliente per molto tempo". Più in generale Zoppas rivendica l'obiettivo italiano di raggiungere i 700 miliardi di export dai 623 attuali entro fine legislatura e ricorda il balzo dai 480 miliardi nel 2019 agli attuali. "Sono due anni che siamo fermi intorno a quel numero, ma l'obiettivo della crescita a 700 miliardi è importantissimo e a compensare questa differenza c'è anche l'intento annunciato dal ministro Lollobrigida di far salire da 70 a 100 i miliardi di export dell'agroalimentare. Possiamo farcela. Ma per raggiungere questo obiettivo dobbiamo fare sistema". Per fare questo bisogna avvicinare i piedi alla testa, creare connessioni. Ed in questo piano di sistema "mi piace dire - afferma Zoppas- che l'Ice è l'infrastruttura per il supporto all'aumento dell'interazione e dell'organizzazione".
Z.AbuSaud--SF-PST