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Martone, Fuori parla di vita e relazioni meravigliose tra donne
Ospite a Domenica in. Golino 'io imbevuta di Goliarda Sapienza'
"Tutto è iniziato cinque anni fa, quando io ho pensato a Valeria Golino per un film su Goliarda Sapienza, mentre lei ha pensato a fare la serie, super premiata, su Goliarda Sapienza. È incredibile. Poi, poco prima di cominciare le riprese, la mia sceneggiatrice che è anche mia moglie, Ippolita Di Majo, ha avuto l'intuizione di raccontare un'estate a Roma nel 1980, l'amicizia tra due donne, Goliarda e Roberta, che è Matilda De Angelis, più un'altra amica che è Elodie. E così il film si è come liberato da un peso biografico per essere un film che parla di vita e di relazioni meravigliose tra donne". Ospite di Domenica in, Mario Martone racconta così la genesi di Fuori, il film che sarà in concorso al Festival di Cannes (13-24 maggio) e uscirà in sala il 22 maggio con 01 Distribution. Lavorare con Golino, De Angelis e Elodie, aggiunge il cineasta, "è stata un'esperienza stupenda: da uomo capisci che ci sono cose che le donne hanno modo tutto loro di dirsi, una cosa un po' impenetrabile, difficile da afferrare per noi uomini". "Ero imbevuta da anni di Goliarda Sapienza, della sua poetica, del suo pensiero", sottolinea Valeria Golino, reduce dai tre David di Donatello vinti con la serie Sky L'Arte della Gioia, tratta dal capolavoro postumo della scrittrice (migliore sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista Tecla Insolia e non protagonista Valeria Bruni Tedeschi). "È stato funambolico per me - aggiunge l'attrice e regista poter essere lei senza doverla imitare, anche perché non lo so fare, volevo che lei potesse entrare nel mio modo di essere, muoversi come me, e io come lei mio, volevo che la mia voce e il modo di ridere le somigliassero". "Ho creato uno spazio - le fa eco Martone - in cui c'erano tutte e due, Goliarda e Valeria, e in questo fluire e abbandonarsi lei e Goliarda danzavano". Fuori, sottolinea ancora il regista napoletano, "è il mio film romano: anche in questo c'è dell'abbandono, mi sono abbandonato ai miei ricordi della Roma anni '80, Matilda che è bolognese ha agguantato il personaggio e la sua lingua, Elodie è romana de Roma...". Il film è stato in parte "girato a Rebibbia, con ex detenute e con detenute che erano lì quando abbiamo girato: hanno lavorato come comparse, è stato uno scambio stupendo".
I.Saadi--SF-PST