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Caracalla 2025, anche Massenzio nel Festival di Michieletto
Da 29 giugno a 7 agosto, spettacoli e recite nella Basilica
(di Luciano Fioramonti) Il Festival di Caracalla moltiplica l' offerta di spettacoli di qualità e alle mitiche Terme aggiunge la Basilica di Massenzio, luogo archeologico carico di significati per la storia culturale della capitale, come palcoscenico per gli appuntamenti con opera, musica sacra, musical, danza, concerti e incontri. Per questa edizione particolare che coincide con il Giubileo l' Opera di Roma ha dato carta bianca per la direzione artistica al regista Damiano Michieletto, protagonista con la Fondazione lirica di importanti allestimenti tra i quali resta scolpito nella memoria il 'rivoluzionario' Rigoletto messo in scena proprio a Caracalla in piena emergenza Covid. ''Tra Sacro e Umano'' è il titolo della kermesse, per mettere in luce i criteri che hanno ispirato la scelta delle 30 recite in cartellone dal 29 giugno al 7 agosto mentre la città è invasa di turisti e pellegrini richiamati dall'Anno Santo. Raddoppiano anche le produzioni, da due a quattro. Si comincia quindi a Massenzio con La Resurrezione di Händel (1, 2,4 e 5 luglio), West Side Story di Bernstein (5 luglio, con repliche fino al 17), La traviata di Verdi (19 luglio, repliche fino al 3 agosto), Don Giovanni di Mozart (il 20 luglio, repliche 22, 24 e 25). Pe la regia figurano nomi della "nuovelle vague" della scena operistica internazionale da laria Lanzino, Sláva Daubnerová e Vasily Barkhatov. Michieletto firma il capolavoro di Bernstein che avrà sul podio Michele Mariotti, direttore musicale dell' Opera di Roma. La danza impegnerà il Corpo di Ballo del Teatro, diretto da Eleonora Abbagnato, il 30 e 31 luglio in due serata con due grandi classici contemporanei: il Bolero di Ravel firmato da Maurice Béjart e Le Sacre du printemps di Stravinskij con la celeberrima coreografia di Pina Bausch, per la prima volta realizzata da una compagnia di balletto italiana. Non mancherà l' appuntamento con Roberto Bolle and Friends (il 15 e 16 luglio). La chiusura sarà affidata a La Pasión según San Marcos del compositore argentino Osvaldo Golijov, creata nel 2000 per l'anniversario bachiano. Il Festival sarà preceduto dalla pagina dei concerti pop dal 3 giugno con Antonello Venditti, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia e Giovanni Allevi. L' orgoglio è la parola chiave che ha ispirato Damiano Michieletto nelle scelte. ''Un teatro deve essere orgoglioso del lavoro di quanto fa per la città. Questo produce bellezza'' ha detto sottolineando che le idee e i buoni propositi non si realizzano senza un lavoro di squadra. A lui si deve la scelta della Basilica di Massenzio, con una capienza di 1200 spettatori, rispetto alle Terme che possono accoglierne fino a 4500. Due luoghi che ospiteranno progetti diversi ''facendo dialogare i due palcoscenici con una molteplicità di titoli''. I temi della spiritualità e della riconciliazione esaltati dal Giubileo saranno al centro dell' apertura del Festival nella Basilica di Massenzio il 29 giugno, giorno dei Santi Pietro e Paolo patroni di Roma, nella serata dal titolo ''La gioia interiore'' affidata al teologo Vito Mancuso, con l' esecuzione del ciclo di madrigali per sette voci Lagrime di San Pietro, completato da Orlando di Lasso nel 1594 e gli interventi in live elettronics di Vittorio Montalti. il Don Giovanni di Mozart, ha poi rimarcato, non è mai stato fatto a Caracalla e il baritono Roberto Frontali, alla sua prima volta nel ruolo, ''sarà un protagonista maturo condannato a restare tutta la vita nel personaggio''. E se la musica, come osserva, sarà intesa ''in forma molto ampia, senza barriere tra colta e popolare perchè il pubblico ama ricevere emozioni da qualunque parte arrivino'', il Festival proporrà ''due mesi di qualità'', dove l' alto livello delle proposte ''è il segreto per portare la gente a teatro''. Mariotti è entusiasta di dirigere per la prima volta all' aperto e nel palcoscenico delle Terme tralasciando l' opera per misurarsi finalmente con il musical di Bernestein. ''E'' sempre stato il mio sogno. Mi mancava solo Caracalla. Ci saranno tutti cantanti di musical perchè l' azione scenica non potrà essere sacrificata per esigenze canore''. Caracalla ''è stata una non facile riconquista'', ha detto alludendo all' accordo con Ministero, Comune e Sovrintendenza archeologica in merito ai lavori previsti nell' imponente sito archeologico che l' anno prossimo costringeranno a spostare il Festival al Circo Massimo con la previsione di un ritorno nel 2027. Eleonora Abbagnato, direttrice del Corpo di Ballo dell' Opera di Roma, si è soffermata su West Side Story, ''esperienza meravigliosa'' con coreografi giovani che si confrontano con l' eredità di Jerome Robbins, e sulla prima volta di Le Sacre du Printemps di Stravinsky, nella celebre coreografia di Pina Bausch che proprio quest' anno compie 50 anni. ''E'' il mio decimo anno a Caracalla e finalmente raggiungo questo obiettivo. Quando sono arrivata all' Opera di Roma il ballerini erano solo 12 con una età media di 45 anni, oggi sono 60 con una media di 25. Ora siamo pronti a portarla in scena. Non potevamo perdere l' occasione di presentarla Caracalla nel cinquantenario di questo balletto''.
Y.Zaher--SF-PST