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La biografa, Armani ha disegnato anche futuro del gruppo
parla Molho, autrice di 'Essere Armani' tradotto nel mondo
(di Laura Valentini) "Giorgio Armani all'inizio era stato restio all'idea che ne scrivessi la biografia, poi è stato molto generoso: mi ha aperto gli archivi, mi ha messo a disposizione numeri di telefono di suoi collaboratori e nella stesura mi ha aiutato molto sua sorella Rosanna Armani, poi nel corso degli anni abbiamo sempre avuto modo di parlarci. Tra noi si è creato un rapporto di silenziosa fiducia". Renata Molho, giornalista e saggista, da decenni nel mondo della moda che ha seguito per vent'anni al quotidiano 'Il Sole 24 Ore', racconta così all'ANSA la genesi del suo libro 'Essere Armani' (Baldini+Castoldi) la prima e unica biografia dello stilista scomparso ieri all'età di novantuno anni. Tradotto in tutto il mondo 'Essere Armani. Una biografia' è stato scritto per la prima volta nel 2006, riaggiornato nel 2010 e rieditato nel 2019, ora disponibile in libreria. Chi era Giorgio Armani? "Era veramente una persona di una intelligenza sottile, di una profonda sensibilità che gli derivava anche dall'avere molto sofferto ed un grande lavoratore: è un uomo che ha segnato una tappa fondamentale non solo nella moda ma anche nel gusto e nel modo di pensare". Il suo stile era unico ma c'era un trait d'union con la stagione della creatività italiana degli anni '80, che vide emergere grandi protagonisti della moda, da Versace a Valentino? "Certamente lui ha avuto la fortuna di essere nato in quegli anni, quando la moda era diversa da oggi che è in gran parte numeri e finanza: allora era creatività pura, quindi sì, il suo indiscusso talento va ricordato nel contesto di una stagione felice, dove tutto nasceva dal nulla, comprese nuove figure professionali, e gli stilisti potevano sbagliare e rifare, c'era un hummus utile a creare" afferma Molho. A differenza di tutti gli altri stilisti Armani ha mantenuto il suo gruppo indipendente: "quello è stata una parte del suo talento; oltre che un grande stilista, ha dimostrato di essere un grande imprenditore, tenendo sotto controllo la produzione e quindi anche l'aspetto creativo cosa che quasi tutti gli altri marchi non hanno fatto: sono stati venduti a fondi e a grossi gruppi, con poche eccezioni tra cui Prada". Cosa succederà nel futuro del gruppo? "Credo che lui abbia organizzato le cose in modo che rimarrà indipendente, ha sempre avuto un gruppo di lavoro che lo stima e lo rispetta tantissimo" dice ancora Moho che ammette di fare fatica a parlare di Armani al passato. "Ci sono Leo Dell'Orco che era il suo braccio destro oltre a essere il suo compagno, le due nipoti, Silvana e Roberta, la sorella, il nipote Andrea Camerana. Lui ha organizzato perché il gruppo continui a essere quello che è, non me lo immagino in modo diverso". Al di là del grandissimo talento perchè Armani è diventato 're Giorgio', il sovrano della moda? "Credo prima di tutto l'autenticità del personaggio, una sua urgenza reale di esprimersi e poi la forte identità mantenuta e voluta nel tempo: puoi scegliere di stupire tutte le stagioni con qualcosa di nuovo o evolverti rafforzando l'identità, strada che lui ha scelto e che si è dimostrata vincente. Così come puntare molto sull'immagine anche sua personale: la sua faccia è familiare come quella di Gandhi e Kennedy, anche questo è un suo punto di forza vincente e innovativo. Pensiamo a altri stilisti famosi: certo ne riconosciamo la foto se la vediamo su un giornale ma non è così familiare come quella di Giorgio Armani". A renderlo "molto forte e consapevole" secondo la sua biografa sono stati gli "esordi difficili" compreso un lungo ricovero in ospedale in seguito a un incidente che da bambino gli provoco' delle ustioni gravi: "a questa sua grande sensibilità si è unito un grande amore per le donne: lui non ha mai fatto qualcosa che offendesse il corpo della donna a differenza di alcuni stilisti che sono talmente ego-riferiti che fanno anche danni sul corpo femminile immaginando una moda spesso scomoda (al contrario di quello che proclamava Armani che ha reso tutto molto comodo e tale da far sentire a proprio suo agio) se non addirittura aggressiva: lui non ha mai disegnato uno scollo o uno spacco esagerato o una catena che attraversava il corpo in modo in qualche modo violento".
L.AbuAli--SF-PST