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Tevere corsaro, i combattenti per l'ambiente e i diritti
Il docu di Repetto e Balla al lido nelle Giornate degli autori
Queste "sono storie di Davide contro Golia, di combattenti, perché comunque si può lottare anche per un'idea o un sentimento che non è nella progettualità e nella visione di chi governa il territorio, di chi ha un vero potere, dalla politica ai grandi proprietari terrieri, i grandi costruttori". Così all'ANSA Monica Repetto descrive i protagonisti di Tevere Corsaro, il documentario realizzato con il compagno di vita e d'arte Pietro Balla (scomparso nel 2021 durante le riprese), che debutta in Confronti alle Giornate degli Autori, sezione autonoma e indipendente della Mostra del cinema di Venezia (27 agosto - 6 settembre). Un racconto (prodotto dalla società dei due cineasti, la Deriva Film e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Doc Film Fund), girato in oltre 4 anni, ambientato all'ombra di "una Roma contemporanea che è contraddittoria e universale, emblematica di una situazione italiana, tra meccanismi di speculazione edilizia, che vediamo emergere in questi giorni anche con l'inchiesta di Milano, e la macchina lenta e pachidermica della burocrazia". A guidarci nel documentario, sono due storie parallele. Da un lato l'impegno di Giulia, giovane madre, che dopo la laurea ha deciso di tornare a coltivare la terra di famiglia, nell'Agro romano, e ora si oppone all'esproprio dell'area per il progetto immobiliare di un consorzio. Dall'altro le battaglie, con stili e approcci diversi, di Sven cicloattivista norvegese, anarchico e appassionato di Pasolini, che vive in Italia da 30 anni, e Mario poliziotto e attivista della Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), per far completare, riconoscere e rendere sicuro il sentiero Pasolini, percorso ciclopedonale che di sviluppa idealmente (sono ancora tanti gli ostacoli logistici e pratici da superare) per 24 km all'interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, sulla sponda sinistra del Tevere nel tratto dal Grande Raccordo Anulare fino al mare di Ostia, dove, all'idroscalo, quasi 50 anni fa, nel novembre 1975 veniva ucciso il poeta, regista e scrittore. Un doppio racconto che , unisce momenti di speranza, delusione, contrasto, sconfitte, immobilismo, nuove aperture, ma anche il viaggio in una natura da proteggere, "che trasmette una grande senso di libertà" osserva la cineasta.
L.Hussein--SF-PST
