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Giona A. Nazzaro, tax credit? Democrazia è fare pure brutti film
'Ma si può correggere'. A Locarno 'cinema a presente indicativo'
"Il privilegio delle democrazie è fare brutti film". Basta una battuta a Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, per intervenire sul tema del tax credit e dei fondi statali al cinema. Chiacchierando con l'ANSA in un aperitivo all'ambasciata svizzera in Italia, a pochi giorni dall'inizio del festival (6-16 agosto), Nazzaro spiega il suo punto di vista su una polemica che va avanti da settimane. Ma parla pure di ciò che attende i cinefili per la 78/a edizione della rassegna. "La questione del tax credit è questa - sottolinea -: fare il cinema costa tanto. Le democrazie possono produrre anche film brutti perché non sono imprese e devono far avanzare il bene collettivo. È vero però che si possono apportare dei correttivi al sistema, chiedendo una trasparenza sui conti, un diverso criterio di approccio ai finanziamenti, senza per questo mettere in discussione il meccanismo. Un Paese che produce film brutti è sano. I posti dove non avvengono queste cose sono o le autocrazie o i Paesi dove vige esclusivamente il mercato". Certo, continua, "anche io vorrei che con i soldi pubblici fossero prodotti solo film bellissimi, però purtroppo non è così e se non ci fosse il sistema di sostegno pubblico al cinema, al teatro, alla danza, il mercato opererebbe a monte una selezione molto severa". La conversazione si sposta poi dall'Italia alla Svizzera. "L'idea di fondo è stata quella di creare un programma che fosse in grado di riflettere le contraddizioni e i problemi di questi ultimi anni", afferma, ossia che "la storia che pensavamo avesse smesso di accadere, o che accadesse solo agli altri, all'improvviso ha ripreso da accadere anche da noi". Nella scelta delle pellicole, questo ha significato "non prendere un film fatto solo di footage di guerra tratto dai vari canali social, ma raccontare Gaza attraverso 'With Hasan in Gaza' di Kamal Aljafari. E dare un premio a una società come Abbout che proviene dal Libano, guardare al cinema contemporaneo con occhi diversi e selezionare per il concorso internazionale 'Le bambine' di Valentina e Nicole Bertani".
Y.Zaher--SF-PST