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Assumma, con Lucherini pensavamo a un libro sul cinema anni '60
"Amici da una vita, e quella volta sul tavolo operatorio..."
"Io e Enrico Lucherini siamo stati amici sin dalla fine degli anni '60. L'ultima volta che l'ho incontrato, qualche mese fa, a pranzo da Paola Trovajoli, vedova di Armando, avevamo deciso di scrivere insieme un libro. Lui mi propose il titolo 'I migliori anni che non tornano più', doveva essere una rievocazione della storia del cinema degli anni '60 e '70, vista dietro le quinte. Mi disse 'sbrighiamoci Giorgio, però, di tempo ne ho poco'. Non siamo riusciti neppure ad iniziare". È il rimpianto di Giorgio Assumma, avvocato e confidente di tante star del cinema e della tv, maestro di intere generazioni di legali specializzati in diritto d'autore, legato da un lungo e intenso rapporto di amicizia allo storico press agent, morto lunedì alle soglie dei 93 anni, di cui oggi ci celebrano i funerali a Roma. "Enrico era una persona di un divertimento unico, ma anche un vero signore. Quando stavo con lui avvertivo quasi un po' di timidezza... Ricordo quando seguii la parte legale del film di Luchino Visconti 'Gruppo di famiglia in un interno', Enrico svolse il ruolo di agente stampa in modo garbatissimo, anche Visconti lo ammirava, lo rispettava", racconta all'ANSA Assumma, 90 anni, già presidente della Siae. "Alla mia età, quando spariscono queste persone che hanno fatto parte della tua vita, è come se venissero meno le tessere di un mosaico, che piano piano corre il rischio di distruggersi". Memoria prodigiosa e miniera della storia dello spettacolo, Assumma racconta un aneddoto della sua amicizia con Lucherini: "Era il 16 agosto del 1973. Stavo steso sul letto operatorio di un ospedale per sottopormi ad un intervento chirurgico ad un braccio, rotto per una caduta dalla bicicletta. Il chirurgo, mentre l'anestesia locale iniziava a fare effetto, mi disse: 'Avvocato, ma per caso lei è anche ubiquo? Perché mentre sta qui steso, per essere riparato, leggo da un giornale che contemporaneamente lei è anche a Zurigo, per acquistare per conto di un produttore cinematografico italiano i diritti di trasposizione della 'Montagna incantata' di Thomas Mann'. Istintivamente, con le poche forze che stavano scemando, io dissi a mezza bocca: 'È stato Lucherini, è stato Lucherini!'. E il chirurgo mi chiese: 'Ma chi è?'. Io aggiunsi: 'È un mago, che rende vere le notizie verosimili e che rende verosimili le notizie false. Ma lo fa con tanta aristocrazia ed intelligenza che nessuno osa criticarlo, anzi tutti lo ammirano".
A.AbuSaada--SF-PST