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Catalina Vicens suona brani di Antonio e Hernando De Cabezón
Il 28/5 al Museo San Colombano di Bologna, su strumenti antichi
Tornano i concerti al Museo San Colombano di Bologna, il 28 maggio alle 18 con la conservatrice, Catalina Vicens, impegnata nel programma 'Dulce memoria' che eseguirà su alcuni preziosi strumenti della Collezione Tagliavini custodita nell'ex chiesa di Via Parigi. La polistrumentista cilena suonerà su due clavicembali, il primo di Mattia de Gand, risalente al 1685, e il secondo di Nicolò Albana del 1584; passerà poi su una Spinetta a pianta rettangolare di Alessandro Fabri del 1598, per terminare il suo programma su un organo di scuola Poncini fabbricato a Parma alla fine del XVII secolo. I brani che Catalina Vicens ha scelto per questo settimo appuntamento del cartellone rappresentano l'eredità musicale di un genio cieco alla corte imperiale spagnola, Hernando de Cabezón. Figlio del celebre organista e compositore Antonio de Cabezón, Hernando succedette al padre come organista reale nel 1566, alla corte di Filippo II di Spagna. Nel 1578 pubblicò le Obras de música di suo padre, un'opera fondamentale che ne custodisce ancora oggi l'influenza e il genio artistico. Antonio de Cabezón, nato intorno al 1510 e cieco fin dall'infanzia, fu un autentico prodigio. A soli 16 anni entrò al servizio della regina Isabella di Portogallo, moglie dell'imperatore Carlo V. Le opere di Antonio e Hernando de Cabezón, spesso eseguite sugli organi, clavicembali, spinette e clavicordi delle cappelle e dei palazzi reali, non solo rappresentano l'apice della musica per tastiera del Rinascimento spagnolo, ma incarnano anche l'eredità di un musicista straordinario come era, appunto, Antonio. La sua musica divenne testimonianza di un patrimonio che superò i confini della Spagna, impregnando l'Europa intera e l'America con la sua forza espressiva e spirituale.
A.Suleiman--SF-PST