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Elvis Costello, i 70 anni di un talento insolito
Un artista fuori dal comune che ha colto il lato nobile del pop
(di Paolo Biamonte) Quando domani Elvis Costello festeggerà 70 anni potrà serenamente brindare alla sua lunga carriera che lo ha fatto diventare uno dei songwriter più importanti degli ultimi decenni. Un talento insolito, difficile da etichettare, capace di muoversi con agilità tra i generi e di essere a suo agio nei contesti più disparati e di collaborare con gente come Burt Bacharach, Paul McCartney, Brian Eno, i Roots, Tony Bennett, Roy Orbison, Chet Baker, Marian McPartland, Allen Toussaint. Declan Patrick MacManus, il nome con cui è iscritto all'anagrafe di Londra, è una delle figure più importanti emerse dalla scena British della seconda metà degli anni '70 quando il Punk aveva fatto tabula rasa del passato creando le condizioni per la nascita di uno dei periodi più fertili della storia del rock, quello della New Wave e del Post Punk. Ma quello che emerse fin dai suoi esordi è che Declan-Elvis non aveva alcuna intenzione di fare i conti con il passato musicale: anche lui era un tipo pieno di rabbia, aveva faticato tantissimo per arrivare a incidere un disco ma già a vent'anni era una sorta di enciclopedia vivente della musica. Suo padre era un musicista di jazz, suonava la tromba ma cantava nelle orchestre e così a casa ascoltava di tutto. Sua mamma aveva un negozio di dischi e fin da piccolo si era abituato a mandare a memoria le canzoni ma soprattutto a coltivare il gusto per le melodie e le costruzioni armoniche. Quando nel 1977 è già diventato Elvis Costello e fa il suo esordio con "My Aim Is True" il mondo capisce che quello strano tipo con la faccia da sosia di Buddy Holly era un personaggio fuori dal comune. Quello che ha sempre contraddistinto il suo modo di fare musica è la ricerca di una scrittura che cogliesse l'essenza più nobile del pop, partendo dalla lezione di Tin Pan Alley e degli autori di Standard, passando per il jazz, i Beatles, la Motown, i grandi autori del Country. Ecco perché ha scritto un album con Burt Bacharach e ha firmato diverse canzoni con Paul McCartney oppure ha scritto un capolavoro come "Shipbuilding", uno dei più originali brani sulla guerra mai composti, che grazie all'assolo straziante di Chet Baker, e alla versione di Robert Wyatt, è entrato nel repertorio dei jazzisti. La strada compiuta dai suoni squadrati della New Wave a oggi è impressionante e a ben guardare non sono molti quelli della sua generazione ad aver raggiunto un simile status: ormai si guarda a lui come a una figura al di sopra delle parti, quel tipo di artista non fuori dal tempo ma al di sopra del tempo. Una volta ha dichiarato: "Non sono nel music business, sono nel business del fare musica. Il music business è roba per i discografici e i promoter. Il mio lavoro è fare musica. Non sto spaccando il capello: se tu pensi che la musica sia solo una questione di soldi hai sbagliato, anche perché ci sono periodi come gli anni '70 e '90 dov'era possibile fare un sacco di soldi e poi ci sono i periodi come questi anni dove è difficile fare soldi". Elvis Costello ha scelto una strada diversa da quella della rockstar: ha altri interessi, come scrivere musica per balletto e partiture classiche, o curare la propria visione del mondo e della musica senza troppo pensare a fare soldi e numeri sulle piattaforme di streaming o tournée senza fine a prezzi esorbitanti. In questa epoca di ossessione per i numeri basterebbe questo a farne un grande.
A.Suleiman--SF-PST