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Amb. Peled, 'il raid sull'ospedale triste e cinico'
'L'obiettivo è dissuaderci, ma continueremo l'offensiva'
L'attacco sull'ospedale Soroka nel sud di Israele "è una gravissima violazione dei diritti umani da parte dell'Iran, che sta deliberatamente prendendo di mira la popolazione civile. Da questo ospedale, a differenza di alcuni nostri vicini che usano gli ospedali come scudi umani, abbiamo fortunatamente evacuato molti pazienti, in modo da minimizzare i danni. Ma ciò che è molto triste e cinico è che quella struttura è un esempio di coesistenza tra arabi ed ebrei, cristiani e musulmani, perché serve tutta la popolazione del sud di Israele. Ma l'Iran non fa distinzioni". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore d'Israele in Italia Jonathan Peled. "Un attacco indiscriminato contro un ospedale israeliano, che causa la morte di molte persone, è sicuramente il loro modo di cercare di dissuaderci da questa guerra contro il loro programma nucleare", ma noi "continueremo l'offensiva per rimuovere la doppia minaccia rappresentata dal potenziale nucleare e dai missili balistici". E "continueremo a colpire solo obiettivi militari e di natura militare", ha sottolineato Peled. "Non colpiremo, come gli iraniani, la popolazione civile. Certo, anche in guerra i civili vengono feriti e danneggiati, questa è la tragedia della guerra, ma noi prendiamo di mira solo le installazioni militari. Gli iraniani prendono di mira la popolazione civile e gli ospedali". "Il nostro obiettivo è solo quello di rimuovere la doppia minaccia della capacità nucleare e dei missili balistici in Iran, un regime cinico che commette crimini di guerra, di cui l'attacco all'ospedale Soroka è una drammatica dimostrazione. Se il popolo iraniano si ribella al proprio regime, alla sua crudele e fanatica dittatura, è la sua rivolta. Non credo che nessuno in Iran, in Medio Oriente o nel mondo si dispiacerebbe di veder scomparire il regime degli ayatollah, ma questo non è l'obiettivo della nostra operazione contro le loro strutture nucleari e balistiche", ha poi spiegato l'ambasciatore. "Penso che in questo momento dobbiamo continuare a esercitare pressione, la pressione internazionale e la pressione militare sull'Iran", ma "tornare alla via diplomatica è un'opzione. E se riusciremo a raggiungere l'obiettivo di aprire gli impianti nucleari iraniani alle ispezioni e di smantellare la loro capacità militare, questo è l'obiettivo che Stati Uniti, Israele, Italia, tutti vogliono raggiungere. Quindi non siamo interessati a un'escalation, ma dobbiamo fermare il programma nucleare iraniano, l'obiettivo rimane lo stesso", ha evidenziato il diplomatico, secondo cui il sostegno dell'Italia in questo momento è "assolutamente" importante.
A.AlHaj--SF-PST