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Viaggi di Nozze fa 30, Verdone e Gerini "risate e nostalgia"
"Oggi andrebbero tatuati a Ibiza a scrollare cellulari"
(di Alessandra Magliaro) Claudia Gerini scoppia a ridere di cuore ancora oggi e così pure Carlo Verdone: è l'effetto Viaggi di nozze, una commedia cult per gli spettatori italiani e anche per il regista-attore e la sua protagonista, l'indimenticabile Jessica. Il film compie 30 anni e almeno quanto a divertimento non invecchia. "Oggi un film così sarebbe molto difficile, i costumi sono cambiati - racconta Verdone premiato al Marateale - tutto diventerebbe più volgare rispetto a loro, Jessica e Ivano andrebbero a Ibiza e Formentera, sarebbero pieni di tatuaggi, direbbero altre cose con un'altra gestualità, starebbero sempre con il cellulare in mano, a postare sui social, a rovinare tutto insomma". All'epoca, invece, Viaggi di nozze fu anche un fenomeno di costume, per il tormentone 'lo famo strano' e non solo: "Ci sono state coppie che si sono sposate con le mise di Ivano e Jessica, ho le foto" ricorda divertita Gerini. Andando indietro 30 anni fa cosa si prova? "Tenerezza e ammirazione, ero molto giovane, mi è stata data una grande opportunità, quella di recitare al fianco di un mostro sacro della commedia. Ma anche orgoglio, mi guardo nel film e mi dico brava. Non era facile essere la giusta Jessica", risponde all'ANSA Gerini che all'epoca aveva appena 24 anni. "A volte mi sembra di vedere un altro attore - prosegue Verdone -, è passato così tanto tempo. Però poi rifletto e mi vengono in mente i ricordi di quelle riprese che furono incredibilmente divertenti. E quindi provo tanta nostalgia, erano tempi diversi, un poco più felici. Non nascondo anche di provare orgoglio: sono riuscito a dare a me e al pubblico un film che resta nel tempo - 'e che fa tanto ridere ancora', dice Gerini - celebriamo i 30 anni per me è importante". Verdone e Gerini premiati sul palco della 17/a edizione del festival Marateale ripercorrono la nascita del film che Verdone scrisse con due maestri della commedia come Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, prodotto dalla C.G.G. Tiger di Vittorio Cecchi Gori, campione d'incasso dell'anno, oltre 24 miliardi di lire di allora, superando il cinepanettone Vacanze di Natale '95 e il disneyano Pocahontas. Verdone, che aveva già fatto tanti film di successo come Un sacco bello, Bianco Rosso e Verdone, Borotalco, Troppo forte, Compagni di scuola aveva voglia di fare un film "divertente come alle origini, pensando che quella mia maschera dell'inizio carriera non sarebbe più stata possibile. Così mi venne l'idea lungo una passeggiata al Gianicolo di ritrovare tre personaggi già amati e metterli insieme con un comune denominatore, il viaggio di nozze. Claudia l'avevo vista nel '93, venne a fare un provino per interpretare la sorella di Asia Argento in Perdiamoci di vista, mi colpì moltissimo, era bellissima quel giorno. Quella sera al Gianicolo mi tornò in mente e pensai: se c'è ironia, feeling, può scattare qualcosa. Ci siamo frequentati un po', lei suonava il basso a quel tempo, io la chitarra. Un pomeriggio venne da me, suonammo e chiacchierando, da furbona, cominciò a fare imitazioni. Insomma ho capito che era Jessica. In produzione mi criticarono: Claudia era troppo giovane rispetto a me Ivano. Ma la coppia invece era giusta e si capì subito dalla quantità di scene improvvisate, come quella in piscina quando i due fantasticano sui nomi dei figli e lui le fa quella cafonissima carezza in faccia con il piede. Insomma Viaggi di Nozze nasce così, dalla voglia di tornare a fare un film ad episodi, divertente e noi siamo stati una grande coppia". "Tu hai cambiato la mia vita", aggiunge Gerini. "Fu una questione di chimica attoriale tra me e lui, replicata poi con successo in Sono pazzo di Iris Blond e Grande grosso e... Verdone. Comunque me lo dico da sola quando sono stata brava: è veramente una prova da attrice recitare con lui che ti fa ridere ad ogni sguardo. Mi ricordo nella cena di Viaggi di nozze quando provano a ritrovare sensualità fingendo di non conoscersi: Ivano si era combinato come un damerino, io ridevo così tanto che non si riusciva a finire la scena".
L.Hussein--SF-PST
