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Torbidoni, 'la mia Lady Macbeth un po' demone un po' animale'
Parla il soprano al debutto a Macerata
(di Federica Acqua) "Sarà una Lady Macbeth tra il demoniaco e l'animalesco". Lo annuncia il soprano marchigiano Marta Torbidoni in un'intervista all'ANSA prima del debutto nel Macbeth di Verdi in programma il 26 luglio prossimo all'Arena Sferisterio, secondo titolo in cartellone del 61/o Macerata Opera Festival. Così infatti la vuole la regista siciliana Emma Dante che, dopo il clamoroso successo ottenuto dal titolo nell'edizione 2019, lo ripropone nella ripresa di Federico Gagliardi per la direzione d'orchestra di Fabrizio Maria Carminati sul podio della Form. Reduce dal successo scaligero di Norma pochi giorni fa, che ha bissato quello ottenuto lo scorso anno a Macerata, Torbidoni appare più preoccupata per i costumi che per l'interpretazione vocale. "La regista - spiega - ha immaginato una creatura terrigna, di una cattiveria lucida e feroce come quella di una tigre, cosicché devo cantare tutta la prima scena in ginocchio, con una spessa pelliccia, un'enorme parrucca e guanti rossi come artigli. Non è facile - ha aggiunto - mi auguro una temperatura sopportabile". Dal punto di vista canoro Verdi ha voluto una partitura strettamente funzionale alla situazione drammatica delineata da Shakespeare da cui è tratta fedelmente l'opera, litigando perfino col librettista Francesco Maria Piave per ottenere una prosa concisa come una 'parola scenica', e sostenendo che sarebbe stato meglio che si cantasse la parte con una voce 'brutta' per servire 'meglio il poeta del maestro'. "Senza arrivare a questo punto - continua Torbidoni, soprano lirico d'agilità perfetto per Verdi e per il repertorio belcantista - col direttore d'orchestra abbiamo trovato con fatica i colori giusti dei suoni, ben diversi da quelli di Casta Diva, con molti salti nelle arie dal grave all'acuto. Per il carattere del personaggio mi sono rifatta invece al libro di Joanna Courtnay 'Regina di sangue. La vera storia di Lady Macbeth', una donna assetata di potere che fa di tutto per ottenerlo e che ha col marito un rapporto malato, mai tenero o materno, ma sempre improntato al dominio". "Mentre lui ogni tanto ha degli scrupoli, - osserva ancora il soprano - lei agisce sempre con perfida determinazione e non manifesta mai i suoi sentimenti, tanto che alla fine esploderanno portandola alla morte. In questo è molto diversa da Norma, che seppure animata da pensieri di morte resta sempre umana. Ma soprattutto è l'opposto del mio carattere, per questo mi diverto molto a interpretarla tirando fuori dei lati sconosciuti della mia personalità". Ambientato in Scozia intorno all'anno Mille, Macbeth narra la storia di un principe che per accrescere il suo potere, sobillato dalla moglie, non esita a uccidere tutti coloro, amici compresi, che ostacolano i suoi piani, tra predizioni di streghe, colpevoli allucinazioni e ipocriti pentimenti, fino a quando non verrà sconfitto da coloro che non ha esitato a tradire. Il tutto in un'atmosfera infernale, segnata dal dissonante e confuso risuonare delle voci interiori della propria coscienza e di quelle esterne. Per ricrearla Dante si avvale di grandi cancelli semoventi a definire non solo il castello di Macbeth, ma anche la disperata solitudine della coppia reale, pescando a piene mani nell'iconografia siciliana: dall'affresco del Trionfo della Morte di Palazzo Abatellis, alla Deposizione del corpo del re Duncano, fino alla foresta di fichi d'India di Birman. Affida poi ad un gruppo di danzatori-attori il compito di fare da doppio degli interpreti, traducendone le intenzioni e i caratteri. Nel cast Franco Vassallo (Macbeth), Simòn Orfila (Banco), Federica Sardella (Dama di Lady Macbeth), Antonio Poli (Macduff), Oronzo D'Urso (Malcolm). Scene Carmine Maringola, costumi Vanessa Sannino, coreografie Manuela Lo Sicco. Coro Lirico Marchigiano 'V. Bellini'.
J.Saleh--SF-PST