Sawt Falasteen - Riccardo Muti e l'Orchestra Cherubini al Ravenna Festival

Riccardo Muti e l'Orchestra Cherubini al Ravenna Festival
Riccardo Muti e l'Orchestra Cherubini al Ravenna Festival

Riccardo Muti e l'Orchestra Cherubini al Ravenna Festival

Il 5 luglio con Quarta di Mendelssohn e Quinta di Beethoven

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Dal 1990 è protagonista indiscusso di Ravenna Festival: Riccardo Muti, insieme all'Orchestra che ha fondato nel 2004 e che da allora ha qui la propria residenza estiva, ha segnato in modo innegabile anche questa XXXVI edizione. Prima ha dato il via al cartellone con il giovane talento del violinismo Giuseppe Gibboni, poi chiamando a raccolta cori e coristi italiani, dirigendo una masterclass con oltre tremila voci, un viaggio dell'amicizia veramente speciale. Infine, domani 5 luglio alle 21, ritorna sul podio della Cherubini, sempre al Pala De André con tre partiture amatissime dal pubblico: la Sinfonia da I vespri siciliani di Verdi, l'Italiana di Mendelssohn e la Quinta di Beethoven, una sorta di summa sinfonica ottocentesca. Culmine del programma è una delle opere più celebri dell'intera storia della musica, una di quelle che superando confini di genere, di codice artistico e di contesto, è divenuta patrimonio universale. A richiamarla è sufficiente citare il celebre "ta-ta-ta-tàaaaaa": il motto che ne costituisce il nucleo tematico e che innerva di sé tutti i quattro movimenti della partitura. Si tratta naturalmente della Quinta Sinfonia in do minore Op. 67 composta da Ludwig van Beethoven nel 1808, la Sinfonia del "destino che bussa alla porta". Di Felix Mendelssohn-Bartholdy, di cui Riccardo Muti è uno dei massimi interpreti, verrà proposta la Quarta Sinfonia in la maggiore Op. 90, detta Italiana perché l'idea di comporla prese corpo proprio durante il suo Grand Tour lungo la penisola, nel 1830: Venezia, poi Firenze, a lungo Roma, fino a Napoli. Italianità che si avverte anche in apertura di serata con la celeberrima Sinfonia da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi: poco meno di dieci minuti che compendiano il fiammeggiante clima emotivo dell'intera opera. Opera che il "grande vecchio" di Busseto compose per Parigi nel 1855 ma il cui soggetto è tratto da una pagina eroica della storia d'Italia: la rivolta popolare scoppiata a Palermo nel 1282 contro i dominatori francesi.

C.Hamad--SF-PST