
-
Mondiale club: Chivu, sbagliato approccio e poi sfortunati
-
Wimbledon: Paolini al secondo turno
-
Mondiale club: Lautaro, chi non vuole restare vada via
-
Wimbledon: Fognini, "forse smetto, ci penso un paio di giorni"
-
Mondiale club: Inter battuta 2-0, Fluminense ai quarti
-
'Trump riceverà Netayahu lunedì prossimo'
-
Wimbledon: sospesi per l'oscurità i match di Zeppieri e Arnaldi
-
Wimbledon: Berrettini perde al quinto con Majchrzak
-
I cambiamenti geopolitici nel Mediterraneo allargato
-
Estonia, scatta l'aumento di accise e Iva per la Difesa
-
Inter: Marotta conferma, per Bonny siamo ai dettagli
-
Il petrolio chiude in calo a New York a 65,11 dollari
-
Springsteen, amministrazione Trump corrotta risuoni la libertà
-
Giustizia Usa, 'argentina Ypf deve cedere il 51% azioni'
-
'Ue disposta a accettare dazi al 10% ma punta a esenzioni'
-
Esperto, aumento spese militari è opportunità per Made in Italy
-
Borsa: Milano tiene con Leonardo e Iveco, male Stellantis
-
'Usa in colloqui preliminari per un accordo Israele-Siria'
-
Casa Bianca, Trump ha scritto a Powell, chiesto taglio tassi
-
Invitalia, 22,4 milioni utile 2024, Mattarella confermato ad
-
L'omaggio di Alcaraz a Fognini, perché il suo ultimo Wimbledon?
-
Il Diavolo Veste Prada 2, nel cast anche Kenneth Branagh
-
Wall Street avanza, Dj +0,39%, Nasdaq +0,22%
-
Wimbledon: Fognini sfiora l'impresa, Alcaraz vince in 5 set
-
Cremonini, 18/o disco platino per Squérez? 1800000 volte grazie
-
ANSA/ A Pitti Filati 130 aziende per il riscatto contro la crisi
-
Sefcovic domani in Usa, 'cerchiamo di ottenere il massimo'
-
Tamberi apre canale YouTube,parte la rincorsa a Los Angeles 2028
-
Guerra tra narcos in Messico, trovati 20 corpi a Culiacán
-
Record di americani in viaggio per il fine settimana 4 luglio
-
Presidente tv pubblica francese e sindaco Nizza fermati
-
Crolla il turismo a Cuba, -27% nei primi cinque mesi 2025
-
Parigi e 16 dipartimenti in allerta rossa caldo per domani
-
Cinque nuove produzioni, Caracalla Festival apre con Handel
-
Musica e intelligenza artificiale, a Roma Festival ArteScienza
-
Wimbledon: Medvedev esce subito, ko con il francese Bonzi
-
Abbraccio fra Jovanotti e Antonio, se la sindrome di Down unisce
-
Calcio: Milan saluta Florenzi 'grazie di tutto, leader'
-
Gb: 92enne colpevole per l'omicidio di una donna nel 1967
-
Il violino di Laura Marzadori chiude Festival musica barocca
-
Wimbledon: Bellucci batte Crawford e passa al secondo turno
-
Orban, il gay pride a Budapest è stato una vergogna
-
Kim in lacrime ai funerali dei soldati morti in Russia
-
Telemarketing selvaggio, dal 19 agosto nuove tutele per utenti
-
Arera, 'da domani la bolletta di luce e gas sarà più chiara'
-
Trump, prezzi petrolio bassi spingeranno Putin alla tregua
-
Katz convoca riunione urgente su attacchi coloni all'Idf
-
A Careggi robot per chirurgia mininvasiva da 650 interventi anno
-
Candide di Leonard Bernstein per la prima volta a Bologna
-
Motogp:ancora due settimane, Martin niente rientro a gp Germania

Guerra e suprematismo Usa, Venezia è un Campo di battaglia
Il giorno di Amelio con Borghi e The Order con Law.Gitai su Gaza
(dell'inviata Alessandra Magliaro) C'è una parola che oggi si è sentita risuonare alla Mostra del cinema di Venezia: guerra. È come un filo rosso sangue che tiene insieme l'intera quarta giornata a cominciare da Campo di Battaglia di Gianni Amelio, primo dei cinque film in gara quest'anno per il Leone d'oro, ambientato in un ospedale militare nell'ultimo anno della Grande Guerra, con Alessandro Borghi protagonista. Echeggia poi nella rivoluzione estremista che un gruppo di suprematisti bianchi, croci uncinate in paesaggi western, progetta di fare a inizio anni '80 (e poi ritenterà ancora nell'assalto a Capital Hill del 2021) nel film in concorso The Order di Justin Kurzel, con Jude Law agente dell'Fbi e Tye Sheridan suo aiutante. Ed è infine nel titolo stesso, Why War, dell'israeliano Amos Gitai fuori concorso. Impossibile non conviverci, doveroso uscire dall'assuefazione e cercare il dialogo: il cinema non cambia le cose, non ferma la guerra, ma pone domande e spunti di riflessione, come Amelio e Gitai hanno detto all'unisono in stanze diverse. Per il concorso è passato anche il francese Leurs enfants apres eux, uno sguardo originale di un gruppo di giovani adolescenti in una valle sperduta e dismessa della Francia orientale negli anni Novanta. Un coming of age che parte nel 1992, anno di nascita dei registi gemelli francesi, Ludovic e Zoran Boukherma. I cinefili si sono incuriositi con l'ultima opera folle di Harmony Korine fuori concorso, Baby Invasion e con la serie di Thomas Vinterberg Families like ours. "Non un film di guerra ma sulla guerra" dice Gianni Amelio di Campo di battaglia, in sala dal 5 settembre con 01. Siamo nel 1918 nell'ospedale militare subito a ridosso del fronte, guidato dall'ufficiale medico Stefano (Gabriel Montesi), dove si curano alla meglio i sopravvissuti e appena in piedi con le loro gambe si rispediscono in prima linea, soprattutto quelli scoperti a procurarsi da soli ferite per tornare a casa. Ma Giulio (Alessandro Borghi), altro ufficiale, compagno di infanzia e di studi di Stefano, la pensa diversamente e comincia di nascosto una sua personale illegittima pratica per salvare quei poveri cristi. "C'è un'utopia a monte. Questa storia - racconta con passione Amelio - non è un apologo realistico contro la guerra ma utopistico. Tutto va in una sola direzione: le guerre fanno male, le vittime sono soprattutto innocenti, allora utopisticamente per fermarle meglio che non ci siano più braccia per imbracciare fucili. È un paradosso, certo, ma su cui si fonda la morale del film". Liberamente ispirato a La Sfida di Carlo Patriarca (Beatbestseller), girato tra Veneto e Trentino, sceneggiato da Amelio con Alberto Taraglio, intreccia la storia della comune amica infermiera Anna (Francesca Rosellini) che arriva nell'ospedale militare e capirà che c'è un sabotatore. Ma la Grande Guerra non è l'unico fronte perché in quel 1918 arriva mortale la febbre spagnola. In questo film di guerra senza la guerra, Amelio sceglie di non mostrare i morti, "sono usurate queste immagini, ne vediamo troppe, ci sembrano paradossalmente irreali. Tutti i giorni da tutti i fronti, dall'Ucraina, da Gaza e dai gommoni affondati, ci arrivano scene di morti, feriti, bombardamenti e a questa assuefazione terribile io non ci sto. Il cinema ha una forza emotiva data dalla storia non dall'essere un comizio". Alessandro Borghi, dimagrito 12 kg per il film, racconta di "aver scoperto di nuovo l'amore per il cinema" grazie al modo di Amelio di farlo. "Alla fine di questo lavoro - dice - sono più le domande che le risposte. Non si tratta di dire sono contro la guerra, è una ovvietà, lo siamo tutti, qui si va su una sottilissima linea di scelte etiche, di relatività sul giusto e sbagliato, e io stesso mi metto in discussione, non so ma credo che non mi sarei comportato come il mio personaggio". The Order di Justin Kurzel è un thriller classico. Jude Law è Terry Husk, problematico poliziotto dell'Fbi, che indaga su una serie di rapine in banca e a mezzi blindati che terrorizza il nord-ovest degli Stati Uniti. La polizia brancola nel buio e sarà proprio lui, agente di stanza nella pittoresca e sonnolenta cittadina di Coeur d'Alene in Idaho, a capire che non si tratta di criminali comuni, ma di un gruppo di pericolosi terroristi di destra al seguito di un leader radicale e carismatico, Robert Jai (Nicholas Hoult), che sta tramando di mettere in atto una devastante guerra contro il governo degli Stati Uniti. Tra svastiche, cappi, citazioni dai Diari di Turner - libro 'maledetto' guida di varie stragi, tra cui Oklahoma City nel '95 - The Order ci fa seguire l'indagine serrata di Husk che, affiancato dal poliziotto locale Bowen (Tye Sheridan), si mette sulle tracce del nemico. "Il film doveva essere fatto - dice Jude Law che ne è anche produttore - perché c'è qualcosa di pertinente al mondo di oggi, su quanto possa essere facile manipolare i deboli. L'America, come altri paesi, è una società divisa. Noi parliamo in The Order di un'ideologia pericolosa e di come possa germinare soprattutto tra persone vulnerabili e sfruttate. Il razzismo - conclude l'attore britannico 52enne - aggrega gli ultimi della società e crea una comunità, una famiglia".
B.AbuZeid--SF-PST