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Mondiali ginnastica in Indonesia, Tas conferma "Israele escluso"
Giacarta aveva negato ingresso agli atleti, respinto il ricorso
Gli atleti israeliani restano esclusi dai mondiali di ginnastica artistica in programma in Indonesia. Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha infatti respinto il ricorso della federazione di Tel Aviv che aveva chiesto di obbligare la Federginnastica internazionale a "garantire la partecipazione della squadra israeliana ai Campionati Mondiali" o, in alternativa, a "spostare o annullare i mondiali". Tutto nasce dal rifiuto da parte delle autorità di Giacarta di consentire l'ingresso della squadra israeliana nel loro territorio. Le richieste cautelari presentate in appello ed esaminate con urgenza data l'imminenza della competizione (al via domenica e fino al 25 ottobre) "sono state respinte", si legge nella nota del TAS. Il Tribunale di Losanna sta tuttavia continuando a esaminare il merito di uno dei due ricorsi presentati dalla Federazione israeliana (IGF) congiuntamente a "sei atleti israeliani qualificati" per la rassegna ridata, tra cui Artem Dolgophyat, campione del mondo 2023 e medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 nel corpo libero. L'IGF ritiene che lo statuto della FIG imponga al suo comitato esecutivo di "prendere una decisione" in caso di rifiuto del visto agli atleti e che questa mancanza di decisione "costituisca una violazione in termini di giustizia, creando così una situazione di discriminazione nei confronti di una federazione affiliata". Il TAS ha sottolineato che la Federazione internazionale "ha detto di non avere alcun ruolo nel rilascio dei visti d'ingresso in Indonesia" e che la decisione delle autorità di Giacarta "è del tutto al di fuori della sua competenza". La scorsa settimana il ministro indonesiano degli Affari Legali e dei Diritti Umani Yusril Ihza Mahendra ha ribadito la "politica fermamente consolidata di non avere contatti con Israele finché non riconoscerà l'esistenza di una Palestina libera e sovrana". La FIG ha "preso atto" della decisione auspicando però "che venga creato al più presto un ambiente in cui gli atleti di tutto il mondo possano praticare sport in sicurezza e in tutta tranquillità".
R.AbuNasser--SF-PST