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Tumore al seno, l'omega3 Dha può regolare l'infiammazione
Studio la Sapienza in pazienti con mutazioni Brca1 e Brca2
C'è un importante componente nel supporto nutrizionale alle donne con cancro al seno che contribuisce a regolare l'infiammazione sistemica e il ripristino dell'equilibrio tissutale. Si tratta dell'acido docosaesaenoico (Dha), omega-3 sotto forma di integratore di origine marina oggetto di una ricerca condotta presso la Sapienza di Roma i cui risultati, pubblicati sulla rivista Cancers, mostrano come il Dha aumenti i livelli di molecole che contrastano l'infiammazione tipica dei tumori, con diversi effetti in base al profilo genetico. L'assunzione di Dha, essenziale per il corretto funzionamento del sistema nervoso, cardiovascolare e immunitario, determina la produzione di molecole chiamate 'resolvine' D1 e D2 che agiscono come mediatori specializzati, 'pompieri' che si attivano per spegnere l'infiammazione sistemica e per regolare il ripristino dell'equilibrio tissutale. "Abbiamo osservato che le donne con cancro al seno con mutazione Brca1 e Brca2 dopo la somministrazione di Dha hanno mostrato un aumento significativo dei livelli di resolvine", spiega Maurizio Muscaritoli, Senior Author dello studio e Presidente della Società italiana di nutrizione clinica. "Al contrario, le donne con una storia familiare di cancro ma senza mutazione non hanno registrato lo stesso incremento. Questi risultati preliminari suggeriscono come l'integrazione di Dha possa influenzare l'infiammazione in maniera diversa a seconda del sottotipo tumorale e del profilo genetico individuale". Le pazienti hanno mostrato livelli plasmatici di resolvina D1 pari a 21,3 vs 7,3 pg/mL rispetto al baseline, ma senza differenze significative nella resolvina D2. Nelle donne con mutazione Brca1 o Brca2 hanno registrato un aumento del 185% per la resolvina D1 e del 101% per la resolvina D2. "Questo studio rappresenta un passo importante nell'evoluzione della medicina di precisione applicata alla nutrizione clinica - spiega Alessio Molfino, prima firma della ricerca - L'approccio illustra come la nutrizione clinica moderna possa potenzialmente integrarsi con le terapie oncologiche convenzionali come supporto complementare, agendo sui meccanismi molecolari della malattia".
R.Halabi--SF-PST