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Sale la spesa per farmaci anti-tumore, 4,7 mld in Italia
In un anno +9,6%. Oncologi,'va governata'. Morti in calo del 15%
I pazienti oncologici, in una grande percentuale di casi e soprattutto per alcune neoplasie, vivono sempre più a lungo, con una malattia che spesso è cronicizzata, e questo grazie alla ricerca e alle cure innovative. Ma il costo crescente di farmaci e trattamenti rischia di mandare in tilt il sistema: in Italia, nel 2023, la spesa pubblica per i farmaci anti-cancro ha superato 4,7 miliardi di euro (4.773,9 milioni di euro), in aumento del 9,6% rispetto al 2022. "Siamo di fronte a una vera e propria ondata di innovazione, che rappresenta una notizia positiva per i pazienti, ma la spesa deve essere 'governata', dando la priorità ai farmaci davvero innovativi, in grado non solo di migliorare la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita", è il messaggio lanciato da Francesco Perrone, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), nella conferenza stampa della società scientifica al Congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO), che si è aperto a Chicago. Il continuo incremento del costo delle terapie pone infatti problemi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, che deve garantire l'accesso all'innovazione in tempi brevi. Dall'altro lato, proprio la ricerca ed i nuovi trattamenti rendono possibile il progressivo calo della mortalità per tumore. In dieci anni (2011-2021), nel nostro Paese, i decessi per cancro sono diminuiti del 15%. Nell'UE, fra il 2020 e il 2025, è stata stimata una diminuzione dei tassi di mortalità del 3,5% negli uomini e dell'1,2% nelle donne e dal 1989 al 2025, in Europa, sono state 6,8 milioni le vite salvate. Anche negli Stati Uniti il tasso di mortalità per tumori è calato dal 2001 al 2022 (fra l'1,3% e il 2,1% annuo), anche durante i primi 2 anni della pandemia di Covid-19. Il 2024, rileva Perrone, "è stato un anno record per il numero di nuove terapie in arrivo: l'Agenzia regolatoria europea Ema ha espresso parere favorevole per 113 nuovi farmaci e la quota maggiore, il 25%, ha riguardato gli antineoplastici. E sono 112 i nuovi farmaci attesi entro la fine del 2025, al momento al vaglio di Ema: il 31,6% sono antitumorali". In Italia vivono 3,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di tumore, nel 2010 erano 2,6 milioni. I pazienti oncologici che convivono con la malattia in forma cronica rappresentano una grande sfida per il Ssn, perché presentano bisogni di cura e di presa in carico prolungati nel tempo ed anche il fabbisogno di esami strumentali è aumentato in considerazione del miglioramento dell'aspettativa di vita e dell'efficacia delle terapie, che spesso consentono una cronicizzazione del tumore in fase avanzata. Per questo, "il rispetto dell'appropriatezza prescrittiva - avverte Perrone - deve procedere di pari passo con il potenziamento delle risorse da destinare all'oncologia". Un'altra criticità, evidenzia l'Aiom, è rappresentata dai ricoveri ospedalieri. "Dal 3 al 10% delle persone che afferiscono ai Pronto Soccorso ha una storia di tumore - spiega Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom - e più del 50% dei pazienti oncologici che accedono alle strutture di emergenza necessita di un successivo ricovero. Il problema gestionale più significativo, in questa fase, è la disponibilità di posti letto. Nella quasi totalità dei Paesi si è verificata una progressiva riduzione del loro numero: nel periodo 2012-2022, in Europa, è diminuito di circa il 10%, in Italia di circa il 35%. E i posti letto di Oncologia sono solo il 2,3% del totale". Ma è "necessario lavorare anche su un altro fronte, ovvero ridurre il carico della malattia investendo in prevenzione - afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom -. Nel 2024, in Italia, sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore. Il 40%, circa 156mila casi, può essere evitato seguendo stili di vita sani e aderendo ai programmi di screening. La prevenzione non solo garantisce migliori risultati di salute, ma determina anche vantaggi economici: studi dimostrano che ogni euro speso in prevenzione genera un ritorno di 14 euro per l'economia. Tuttavia, solo una piccola percentuale dei bilanci sanitari è investita in questo settore". La spesa pubblica italiana per prevenzione infatti, conclude Cinieri, "evidenzia criticità in termini di quantità e distribuzione delle risorse rispetto agli altri Paesi Ue".
A.AlHaj--SF-PST