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Favino, per De Sica il mio nuovo film sarebbe piaciuto al padre
A Rai Radio2, "ricordiamoci di esser stati stranieri anche noi"
"Christian De Sica ha detto che il mio nuovo film sarebbe piaciuto a suo padre": lo ha rivelato Pierfrancesco Favino - ospite su Rai Radio2 a 5 in Condotta, ai microfoni di Serena Bortone e con il consigliere Francesco Cundari - protagonista nelle sale in questi giorni con Napoli-New York, per la regia di Gabriele Salvatores. "L'altro giorno Christian De Sica, dopo averlo visto, ha mandato un bellissimo messaggio a Gabriele dicendo che il papà avrebbe molto amato questo film, e in effetti alcune delle atmosfere ricordano suoi lavori come Miracolo a Milano e altri - ha detto l'attore - La pellicola è tratta da una sceneggiatura di Federico Fellini e Pinelli rimasta nascosta per anni. Loro tentarono di realizzarlo e cercarono anche una coproduzione negli Usa, solo che gli americani volevano riscrivere completamente la seconda parte per fare la parte dei buoni assoluti e Fellini si ribellò". "Nel film ci sono molte citazioni storiche ad esempio quella di una Commissione in un processo del 1912 che diceva degli italiani cose che oggi siamo abituati a sentire spesso, anche ultimamente da parte di Cariche dello Stato, che riguardano la maniera di guardare agli stranieri. Ricordarci che lo siamo stati anche noi - senza livori, senza ideologie e senza rancore - penso sia utile e faccia bene alle nuove generazioni". Riguardo la sua vita personale, Favino ha spiegato di aver avuto la fortuna "di essere cresciuto, e di vivere, tra le donne. Questo mi ha abituato a non aver paura delle mie emozioni - ha aggiunto l'attore - a guardare quando il cielo si annuvolava e scappare prima che la tempesta scoppiasse, ma non mi ha fatto aver vergogna delle emozioni. Tra i tanti insegnamenti di mia madre ne ricordo uno in particolare: avrò avuto 4 o 5 anni, eravamo su un autobus a Roma e pioveva. C'era un signore seduto, palesemente ubriaco, che aveva in mano due rami di pesco. Io ero piccolo, quindi ero alla sua altezza, e questa sua figura mi spaventava un po'. Lui mi porse questo ramo e mia madre mi disse di prenderlo. Credo di aver imparato lì a non avere paura degli altri, ma anche a non avere paura di quella paura che avevo sentito prima".
I.Matar--SF-PST