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Le leggi scritte in modo difficile, come formule magiche
Per trasmettere l'un senso di potere
Le leggi sono scritte in modo contorto e incomprensibile per sfruttare il potere di suoni e parole lontane dall'uso comune, come nelle formule magiche, al fine di trasmettere un'idea di autorità: è quanto emerge dalla ricerca condotta dal gruppo di Scienze cognitive del Massachussetts Institute of Technology guidato da Eric Martinez e pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas. E' la prima volta che uno studio scientifico analizza perché le leggi siano quasi sempre scritte con uno stile impenetrabile. Tutte le leggi, non solo quelle italiane, sono accomunate da uno stile linguistico molto complesso, ricco di incisi, termini arcaici e strutture sintattiche di difficile comprensione: un linguaggio che, affermano i ricercatori, non piace a nessuno, neppure ai giuristi. E allora perché viene utilizzato? Da anno lo stesso gruppo di ricerca di Mit sta lavorando in cerca di una risposta e nella ricerca appena pubblicata hanno coinvolto un gruppo di 200 volontari, tutti senza competenze in materiw giuridiche, ai quali è stato chiesto di scrivere delle leggi, ad esempio per proibire la guida in stato di ebbrezza o il traffico di droga. Il risultato ha indirizzato i ricercatori verso una nuova ipotesi. Finora si riteneva che le leggi fossero ricche di incisi a causa di un meccanismo di 'copia e modifica'. Si riteneva cioè che si partisse da una frase semplice alla quale, di volta in volta, venivano aggiunte definizioni e clausole. Ma analizzando le leggi formulate dai volontari, i ricercatori hanno dedotto che ci sia "una regola implicita secondo cui le leggi dovrebbero suonare così" e le persone le scrivono utilizzando termini arcaici e strutture contorte per comunicare un senso di autorità. Comprendere questa dinamica, osservano i ricercatori, in futuro potrebbe aiutare a rendere più semplici e comprensibili le leggi.
A.AlHaj--SF-PST